Brescia. Scrivi Active Team La Leonessa, leggi trionfo. Sempre, comunque, dovunque, che sia nelle gare nazionali italiane, oppure nei Campionati del mondo di paraciclismo dello scorso fine settimana a Baie-Comeau (Canada), non fa differenza. Fra le tante medaglie conquistate dalla nazionale italiana in Canada, tre portano la firma dei due atleti di Active convocati in azzurro, con due ori nella categoria WH1 per Simona Canipari (che ha confermato entrambi i successi colti nel 2021 in Portogallo) e un bronzo pesantissimo nella MH3 per Mirko Testa, ormai fra i più veloci al mondo. Un bottino esattamente identico a quello degli Europei corsi a fine maggio a Peuerbach/Steegen (Austria), ma in un palcoscenico ancora più prestigioso e frequentato. Di nuovo da applausi la Canipari, classe 1968 da Villanuova sul Clisi, che al giovedì ha vinto la prova a cronometro e due giorni dopo ha fatto il bis nella gara in linea.
“Siamo fieri dei risultati di Simona – dice Marco Colombo, presidente di Active Sport –, perché correre certe gare con una disabilità come la sua è faticosissimo. Questo mondiale era prima di tutto l’ennesima sfida contro se stessa, e l’ha vinta di nuovo. Con grande preparazione e tanto impegno”. Altrettanto valido il bronzo del 25enne Testa, terzo nella prova a cronometro in un podio tutto italiano, e poi addirittura amareggiato per il quarto posto nella prova in linea, chiusa a soli cinque secondi di distacco dal francese Riadh Tarsim, vincitore della medaglia d’oro. “Mirko – dice Sergio Balduchelli, capitano dell’Active Team La Leonessa – ha confermato di avere davanti a sé un futuro di spessore. Dopo la gara ci ha mandato un messaggio che recitava ‘questo è solo l’inizio’: ne siamo convinti tutti. Sono orgoglioso dei risultati ottenuti da lui e da Simona, e sogniamo insieme a loro”. I traguardi di Canipari e Testa valgono tanto per la nazionale come per Active
Sport, perché entrambi gli atleti si sono (ri)scoperti sportivi partendo da un letto d’ospedale, grazie al progetto Sport Therapy alla Domus Salutis di Brescia. “Simona – dice ancora Colombo – ha ritrovato nel suo amato ciclismo la motivazione per uscire da una situazione molto complicata, mentre Mirko ha mostrato da subito una grandissima determinazione per tornare a competere dopo un incidente in motocross. Ha provato l’handbike quando era ancora impegnato nella riabilitazione, e nemmeno quattro anni più tardi è sul podio ai mondiali: è la prova che iniziare da giovane permette di porsi obiettivi davvero importanti. Noi ci siamo impegnati per metterlo nelle condizioni ideali, ma è la sua forza di volontà ad averlo condotto fino a questo ennesimo traguardo. Siamo convinti che potrà dare tanto al movimento nazionale dell’handbike”. I loro risultati, così come quelli di tanti compagni di squadra, sono la punta di diamante di un progetto molto più ampio, e non necessariamente votato all’agonismo. “Oggi – continua Colombo – Active Sport ha la possibilità di supportare un numero ampio di persone, indipendentemente dalle loro potenziali performance agonistiche. Come associazione, ciò che ci preme di più è traghettare le persone disabili in un percorso di ritorno a una vita attiva, con lo sport come veicolo”. Se poi arrivano anche delle medaglie mondiali, tanto di guadagnato.