Per riflettere sul valore della vita, capire come si possa andare avanti, oltre la disabilità, mettendosi nei panni degli altri e oltre le barriere, anche mentali. All’Istituto Comprensivo di Roncadelle l’associazione Active Sport, con Matteo Duranti, ha regalato momenti di emozione e commozione, in una mattina culminata con un gioco che ha fatto prendere coscienza agli alunni di seconda media cosa voglia di- re essere disabili e come questo possa assoluta- mente non essere un impedimento. Il progetto. «Da anni nelle scuole porto questo progetto – ha spiegato la prof. Laura Rasori, responsabile dell’iniziativa – e ogni volta è un’esperienza incredibile, che comunica tantissimo ai ragazzi. Gli alunni hanno a che far con perso- ne dalla grande forza di volontà, che per i motivi più vari si sono trovati su una sedia a rotelle, e capiscono come sia importante il valore della vita, vedono il loro entusiasmo e la loro resistenza. Molti continua- no a praticare sport: dall’hand bike al tennis, ai lanci con il paracadute». Grazia, Roberta, Beppe, Paolo, Bernardo e Maurizio hanno parlato agli alunni di sport e disabilità, rispondendo alle loro tante curiosità. L’esperienza. I ragazzi hanno potuto giocare una partita di pallamano mettendosi nei panni di chi vive una vita diversa, ma non per questo meno ricca e piena, rivalutando il concetto di «disabilità». L’obiettivo di Active Sport è lavorare valori, talenti e potenzialità di ognuno, perché ognuno può incontrare difficoltà che non gli permettono di esprimersi al meglio in alcuni campi della vita: diventa fondamentale il concetto di reciprocità, io ti aiuto dove tu non arrivi, sarai poi tu ad aiutarmi quando ne avrò bisogno. Oltre al tennis in carrozzina, l’handbike, il badminton e la vela, ormai da anni si organizzano incontri con i ragazzi delle scuole primarie e seconda- rie presentando due progetti: uno dedicato alla sensibilizzazione dei bambini nei confronti dell’inclusione sociale e l’altro mirato a promuovere la sicurezza stradale attraverso varie testimonianze perché «In- dietro non si torna». E per gli studenti è importante imparare certe cose fin da adolescenti: perché spesso gli ostacoli, le barriere più difficili da abbattere non sono quelle architettoniche, ma quelle culturali nel- la testa delle persone.