Ci sono storie di sport che valgono più dei trofei, delle vittorie, dei progressi giorno dopo giorno costruiti con il lavoro e soprattutto con la passione, il motore di ogni attività umana, che sia amore, lavoro, agonismo. «La nostra passione non si ferma mai..» non è solo uno slogan. È la realtà di Active Sport, la società nata nel 2009 grazie al sostegno iniziale delle famiglie Camozzi che ha dato un’organizzazione e soprattutto una casa, nel senso più ampio e più alto del termine, allo sport paralimpico che gli imprenditori lumezzanesi, il cui gruppo è leader nella produzione di componenti e sistemi per l’automazione industriale ad alto contenuto tecnologico, incoraggiano e sostengono fin dagli anni ’90. Handbike e tennis in carrozzina sono le principali discipline offerte da Active, che non si limita a fornire solo supporto attraverso tecnici qualificati ma anche gli strumenti per praticarlo: le biciclette per l’handbike e le carrozzine speciali per il tennis, i cui costi sono molto elevati. «E poi ci sono i risultati che parlano per noi – dice Marco Colombo, presidente di Active -. Anche noi abbiamo dovuto fare i conti con la situazione di emergenza sanitaria. Ma non ci siamo fatti trovare impreparati».
Il «Camozzi Open – Memorial Attilio Camozzi» è il fiore all’occhiello della macchina organizzativa di Active ma negli ultimi2 anni è saltato per il Covid: «Ma sui campi della Forza e Costanza abbiamo organizzato per 2 volte il campionato regionale, vincendolo nell’ultima edizione contro la Canottieri Baldesio Cremona, prendendoci la rivincita sull’anno precedente », dice Colombo con un pizzico di legittimo orgoglio. Edgar Scalvini, Alberto Saja e Ivano Boriva, quest’ultimo responsabile della scuola tennis, sono gli artefici del trionfo nella manifestazione che si è svolta in giugno. E alla squadra maschile Active ha affiancato una formazione interamente femminile, la squadra B con Grazia Lumini e Roberta Faccoli. L’ambizione di Scalvini è la qualificazione alle Paralimpiadi di Parigi, nel 2024. Nel 2021 è entrato tra i primi 10 in Italia: «Per questo – spiega Colombo- organizzerà la sua attività per questo obiettivo, intensificando la sua attività internazionale ». E con Saja, a Garbagnate Milanese, Active ha portato a casa anche il titolo di campione italiano nella categoria Quad, e non in un giorno qualunque: era l’11 luglio, la domenica in cui l’Italia ha vinto gli Europei di calcio e MatteoBerettini giocava la finale di Wimbledon contro NovakDjokovic. Saja ha centrato anche due accoppiate singolare-doppio in gare internazionali: all’Itf Futures di Padova e a Civitavecchia. Egrazie a questi risultati è salito fino al numero 27 della classifica nazionale. I risultati nell’handbike non sono stati da meno: il 2021 ha portato 6 titoli nazionali con la tripletta di Fabrizio Topatigh, la doppietta di Simona Canipari, l’acuto di Christian Giagnoni) e l’impresa al Mondiale di Simona Canipari in linea e a cronometro. Al Giro d’Italia il dominio di Active è stato assoluto: 4 maglie rosa con Christian Giagnoni, dominatore nella categoria MH4 e 1° nella classifica assoluta; Mirko Testa (MH3), Omar Rizzato (MH2) e Angela De Gregorio (WH2). Inoltre la maglia rossa di «FastTeam»per i risultati di squadra. Oltre all’handbike e al tennis in carrozzina, Active aggiunge il badminton, grazie a una convenzione con il Gsa Chiari, e la vela grazie alla sensibilità del cavalier Manzini della Lega Navale Desenzano. Tra le novità del 2022 si sta studiando la possibilità di introdurre anche il padel, la grande novità degli ultimi tempi. Anche in questo caso la passione è il motore di tutto.
Da sempre il tratto distintivo di Active Sport. •. ©RIPRODUZIONERISERVATA •• MarcoColomboè il presidente di Active Sport. L’anno appena concluso lo riempie di soddisfazione ma vivere di ricordi, cullandosi sugli allori (peraltro copiosi) degli anni scorsi, nonfa parte del sentimento e del modo di agire di questa grande società. Presidente Colombo, un bilancio del 2021? Tanti ottimi risultati che parlano da soli. Come negli ultimi 2 anni siamo stati più forti della pandemia, non ci siamo fatti trovare impreparati anche se le difficoltà non sono mancate. Ecome le avete superate? Con l’organizzazione, la programmazione, soprattutto la volontà da parte di tutti. Ci muove una grande passione che cerchiamo di trasmettere ogni giorno. Vuole ringraziare qualcuno in particolare? Approfitto di questa occasione per ringraziare in primis le famiglie Camozzi, che sostengono lo sport paralimpico già da prima del 2009, anno di nascita di Active Sport. Poi gli atleti, che sono i grandi protagonisti della vita del nostro club, i collaboratori, i volontari e tutti gli sponsor più che mai da apprezzare e che, nonostante il periodo difficile, ci sono stati vicini. Un grazie speciale a Sergio Balducchelli, capitano della squadra di handbike, a Nora e Daniela per l’organizzazione e al nostro fotografo Antonio Di Leo. E per quanto riguarda il tennis ringraziamo il centro Forza e Costanza nelle persone della presidente Anna Beltrami e del direttore Alberto Paris, e i Maestri Elisa, Enrico e Matteo. Un grazie particolare a tutte gli istituzioni che appoggiano i nostri progetti. A proposito di ospedale: Active Sport è in prima linea anche per sostenere chi ha avuto traumi e deve sostenere un cambio radicale della propria vita. Sì, la collaborazione con l’Unita di riabilitazione neurologica della Domus Salutis, diretta dal professor Michele Scarazzato, è più attiva che mai.
Noi andiamo da chi per un incidente ha subìto un’invalidità, permanente e non, e gli spieghiamo che c’è la possibilità attraverso l’attività sportiva di intraprendere un nuovo percorso: si può avere un progetto di vita anche in una condizione differente. E supportiamo il paziente nel riadattare la casa, nell’abituarsi a un nuovo stile di vita e, attraverso la nostra società, gli offriamo la possibilità di fare sport. Abbiamo una cinquantina di tesserati: un numero consistente. Tornando all’agonismo, quante possibilità ci sono di vedere un portacolori di Active Sport alle Paralimpiadi di Parigi 2024? Concrete, davvero. Edgar Scalvini nel 2021 è entrato fra i primi 10 della classifica nazionale e con l’anno nuovo inizierà a lavorare proprio per l’obiettivo Parigi. Dovrà intensificare l’attività internazionale. E vogliamo confermarci a tutti i livelli e in tutte le discipline. Altri progetti per il 2022? Vorremmo aggiungere il padel nel ventaglio delle nostre discipline. Stiamo studiando la possibilità di poterlo giocare con la sedia a rotelle. E vorremmo proporre una manifestazione tennistica di doppio con un atleta paralimpico e un normodotato. Sarebbe un altro grande passo in avanti per il ruolo che ha lo sport nell’integrazione.